Le mie mani sono la tua lingua
per voluttuose carezze e brividi
al capezzolo turgido
e che scende
al valico e alla valle
del fiume del piacere
perlustra, adagia
trova forza
sul minuto bottone
si insinua, esplora
l’antro dei sensi.
Le mie mani sono le tue mani
bramose, ardenti,
smaniate e prepotenti
invadono lo spazio di Venere
lo esigono al ritorno
del ritmo di lenta danza
e divento il fiume.
Le mie mani sono te
che ti alzi e spingi
e affanni e ansimi
odori di sesso e sudore
ti sciogli in grida
e mi inondi dello stesso piacere.
Ma tu, l’amore, sei lontano
e stasera quell’amore
lo faccio da me.