di Michael Davis

E’ arrivata l’estate a Erocity e con essa, come di consuetudine, il Night ha cambiato sede. Per i tre mesi a venire il locale notturno più in della città sarà ubicato sulla spiaggia, precisamente all’Eros Beach Club.
Per festeggiare entrambe le occasioni, gli EC Studios hanno organizzato una sfilata per mostrare l’evoluzione ed il cambiamento della società nel modo di vestirsi durante gli anni 70, 80, 90 e il 2000, passando da completi maschili a intimo femminile sexy e provocante.
Con un sottofondo musicale che richiamasse le diverse epoche, le modelle sono sfilate due volte a testa stupendo i presenti, mentre alle loro spalle le icone sexy degli anni passati venivano proiettate una dopo l’altra sullo sfondo.

Nulla da dire sull’esito della manifestazione, momento di divertimento e assolutamente da ripetere nei tempi a venire. Ottima la scelta anche delle modelle, non tutte professioniste, ma che hanno portato con loro un tocco di classe in più lasciando quel senso di concretezza che spesso non contraddistingue eventi di ben noti marchi internazionali di moda.
Vista l’occasione abbiamo avuto modo di parlare con Alissa Jensen, responsabile degli Studios che ci racconta un po’ dell’evento e dell’evoluzione della moda.

“Più che di evoluzione parlerei di cambiamento, sia nella moda che nella cultura, e quindi negli ideali di bellezza, femminilità e seduzione. La moda non cambia secondo direttrici autonome, ma in relazione dialogica e dialettica con le tendenze culturali, influenzandole a propria volta”

Da queste parole pare chiaro che l’influsso società e modo di vestire abbiano un rapporto di reciproca influenza. L’organizzazione di un evento simile non è mai facile, come riconosce la direttrice degli studios:

“le maggiori difficoltà organizzative si sono concentrate, come previsto, nelle fasi iniziali. Agli Studios cerchiamo di fare in modo che lo staff non solo abbia un ruolo negli eventi, ma collabori nella loro realizzazione” come dimostrato nella scelta di brani, dei capi, della scenografia “frutto di collaborazione e di discussione che richiedono forti sforzi coordinativi”.

Come sempre, una volta concluso l’evento è stato anche il momento di tirare le somme: capire punti deboli e punti forti. Sempre Alissa Jensen ce ne parla:

“Una incognita è quella del pubblico che cerchiamo puntualmente di attirare, non sempre riuscendoci. Pensi che durante la sfilata una ragazza seduta in platea si è addirittura addormentata, penso che questa la dica lunga sull’interesse medio dei nostri concittadini” Cosa che personalmente non condivido. Se da un lato c’era una persona poco interessata, dall’altra c’era chi invece aveva calamitato l’attenzione sulla passerella. Ma il risultato finale sembra soddisfacente: “un evento non eccessivamente complesso o lungo, quindi relativamente agevole e piacevole da organizzare sia per i modelli che il pubblico.
Sfilata più evento sono una buona soluzione per alleggerire quello che rischia di diventare uno spettacolo che confina chi guarda ad un ruolo totalmente e necessariamente passivo”.

Certo, se da un lato questo è più che vero, dall’altra però è normale a volte essere soggetti passivi: lo siamo al cinema o quando leggiamo un libro e non sempre questa passività può essere un elemento negativo. A meno che, come denunciato, molti cittadini non si avvicinino all’evento in questione per tale motivo.
Abbiamo poi voluto sentire anche Mirna Jovish, animatrice e direttrice del Night Club. La sua soddisfazione è piena sull’organizzazione, meno sulla freddezza di come i cittadini hanno recepito l’evento.

“I risultati nei confronti del locale estivo sono stati nulli, ma non per colpa dell’evento o per mancanza di organizzazione, la quale è stata impeccabile, ma perchè in questa città nessuno ha voglia di divertirsi e passare una serata in un locale sulla spiaggia”.

E non è la prima volta che avvengono eventi simili, come ci fa sapere sempre la giovane ceca:

“Quando due anni fa l’EBC ha aperto la prima volta ho organizzato uno schiuma party dove ha partecipato un sacco di gente… adesso sono rimaste delle larve che un sorriso lo fanno solo quando devono rimorchiare qualcuno”.

Di certo però la donna ha ben attirato l’attenzione mostrandosi abile indossatrice e non sfigurando affatto affianco a modelle vere.

“L’esperienza sul palco sebbene di pubblico ce ne fosse poco, è stata comunque emozionante e mi sono divertita a sfilare insieme alle amiche”

La reazione del pubblico?

“A parte te e la direttrice dell’ospedale, una che dormiva (ma era la solita larva che era lì perchè sfilava il compagno)”.

E forse è proprio quest’ultima l’altra nota stonata della situazione: la stessa donna che pare abbia mollato l’unico modello maschio pochi giorni dopo la sfilata.
Un’altra vittima della morbosa malattia chiamata gelosia?

Michael Davis